Patch

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venerdì 28 febbraio 2020

Distrutta

È da due anni che non scrivo più, ma ne sento il bisogno perché  questa volta ho bisogno di vedere cosa sta succedendo a me leggendolo tra le parole di queste righe a volte magari senza senso.
Mi ritrovo e ci ritroviamo a vivere in una situazione creata da noi e che ci sta destabilizzando. Noi nel senso generico del termine, noi che l'abbiamo permesso.
Noi "operatori turistici", che dobbiamo essere sempre felici e sorridenti davanti a voi, in questo momento credetemi, non ne abbiamo proprio voglia. Perché? Perché ci stanno mandando a casa. Le destinazioni si svuotano piano piano, si vola meno, il turismo sta subendo un down fortissimo.. e così si torna a casa, perché sì, noi non siamo qui in ferie, ma siamo qui per voi e ad aspettare voi, con il sorriso sul volto ed il cuore aperto. Quel cuore che non si è mai chiuso a niente, se ci pensate bene da nessuna parte del mondo e davanti a nessun evento, ma che ora soffre, perché fondamentalmente stiamo perdendo il lavoro.
Non voglio colpevolizzare nessuno, anche se il “Dramma italiano”, l’informazione data senza cognizione e tanto altro ci ha portato a questo.
Noi a fine stagione non abbiamo la tredicesima, non abbiamo bonus, non abbiamo le ferie pagate. Noi se stiamo a casa e non siamo sul posto, non siamo pagati. Ecco cosa c’è.
Fa male, tutto questo fa tremendamente male.
Alcuni che avevano contratti fino a maggio stanno rientrando ora e forse non saranno ridestinati ad altro fino a maggio, quindi staranno a casa senza percepire nulla per tre mesi.
È il nostro lavoro? Sì. L’abbiamo scelto noi? Certo! E lo sceglieremmo altre mille e mille volte probabilmente, perché se siamo via da casa, via dalla famiglia e dalle amicizie, dagli amori e dal nostro gatto è perché non possiamo farne a meno. E allora che si fa? Noi ci tireremo indietro le maniche, ancora, sempre, ad aspettare che si possa ancora sfoggiare il nostro sorriso più puro.
Sono stanca, distrutta, demotivata, triste, mi viene solo da piangere. Non sono quella che si lascia andare in drammi, ma in questo momento il fatto di sentirsi crollare quel poco di terra sotto i piedi è devastante. Perché dico “poco di terra”?! Perché ogni stagione ti devi ricostruire ed è un’incognita. Non sai che team ti capiterà, se la destinazione ti piacerà, speri che tutto vada bene in un Paese che non conosci, speri che a casa non succeda niente, ogni volta ogni stagione stravolgi la tua vita interamente. Non hai mai punti fermi e questo da una parte è un bene, ma dall’altra è un salto nel vuoto. È emozionante e al tempo stesso terrorizza. Ed ora invece, insieme a tutte quelle incognite che si presentano ad ogni stagione c’è anche il rientro anticipato.
Io non sono sicura che possiate capire, ma spero che queste parole messe alla rinfusa abbiano un minimo di significato.
Ma quello che voglio dire soprattutto è di rimanere umani, di rimanere nel cuore , di non perdersi nei giochi di potere, di qualsiasi genere, ma più ancora in quelli della mente. Di non smettere di cercare quella verità che ci permette di essere liberi. Di prenderci le nostre responsabilità, di smettere di giudicare, di smettere di guardare nel giardino del vicino e di smettere di avere paura! Continuiamo a viaggiare perché dall'altra parte ci sarà sempre qualcuno ad aspettarvi, con il suo miglior sorriso.


lunedì 26 febbraio 2018

Riflessioni #X

Certe volte mi sembra di aver già visto tutto di questo mondo. Com'è possibile. Ho visto così poco, eppure trovo tanto di quello che ho già visto.
Alcune volte mi sembra che più nulla mi possa sorprendere, o forse è solo una situazione momentanea e non sto realizzando cosa sto facendo.
Forse dovrei scrivere per l'ennesima volta che ho venduto casa, che il mio gatto mi ha mollata (pure lui, anzi lei), che l'unica cosa di materiale che ho e dove potrei dormire qualora fossi alla frutta, sarebbe la mia macchina senza assicurazione ormai. Non ho più un lavoro e quelli che erano gli affetti, le amicizie e altro le vedo sempre più sfuocate. Non sto dicendo che non siano presenti alle volte, ma vivendo meno la presenza è normale perdere di vista alcune cose.
Questo sono sicura che si risolverà appena ritroverò tutti, se i legami sono veri.. e quelli non veri, beh si sfalderanno del tutto trovando il posto giusto.
Eppure poi mi ritrovo in alcuni posti che mi trasmettono quello che cerco, ovvero quella pace che non riesco a trovare e allora capisco che forse dovrei proprio essere lì, dove sono e in nessun altro posto.
E anche questo post, mi verrebbe da cancellarlo perchè sono una miriade di cazzate, ma le tengo, come tutto il resto, per capire.
Ma non potevo nascere con il desiderio di avere una vita come ce l'hanno tutti? Senza farmi troppe domande?
Mi trovo qui a scrivere su un tavolo di un ostello, pieno di mappamondi che mi fanno star bene, in queste vallate che mi danno pace e che alla mattina insieme al sole si solleva quella nebbiolina che ti entra nelle narici, eppure manca qualcosa. Manca sempre qualcosa e non capisco cosa.
Ovunque sono manca sempre qualcosa.
Sono entusiasta di stare qui, altrimenti sarei già scappata, come è successo in Indonesia, ma non capisco di cosa ho bisogno.
Mi sembra di non essere giusta in nessun posto.
Troppi pensieri come sempre, che si mescolano e io ho un senso di pesantezza sullo stomaco che mi tiene a terra.
Ho talmente allontanato tutto e tutti che non penso nemmeno più se qualcuno può soffrire per qualcosa che faccio. Forse non ci penso più e ho smesso di preoccuparmente. Ma poi c'è qualcuno che soffre per quello che faccio o che dico? Ma chi poi, ormai..

sabato 24 febbraio 2018

Cameron Highlands

Lasciare Ipoh non mi è dispiaciuto e dopo la palpata di culo da parte di un indiano, onestamente mi sta un po' passando la voglia di andare in India.
Partiamo dal presupposto che non amo essere espansiva con le persone che conosco poco, figuriamoci da un estraneo. Ma credo sia normale per tutti, no?
Come accidenti ti viene in mente di fare un gesto del genere, entrare nella mia sfera privata.. cazzo un po' di psicologia.. le basi proprio! Va beh, ma che voglio pretendere.
In ogni caso mi ha lasciata inviperita tutto il giorno, ma non tanto per il gesto, ma perchè non gli ho tirato un calcio nelle palle e mi son trattenuta... PERCHE'?!?!?
Così, ieri, sono andata in mezzo alle cave e alla foresta a camminare. Mi sentivo un elefante nella jungla. Uno spettacolo.
Di rientro ho trovato nella biblioteca dell'ostello il libro di Hesse "Siddharta", mi sono posizionata sul divano bella comoda, una tazza di tea ed il libro. Da quanto non lo facevo. Mi sembrava di essere a casa (beh, con un po' più di gente in giro).
Stamattina ho salutato i miei compagni di stanza, che pazzi Robert e Birgit. Lei è una grande, bellissima donna, sempre entusiasta e sorridente. Da Colonia a Tokyo in bici. L'ho convinta ad andare a visitare Shikoku, ovviamente.
L'autobus per le Cameron non si poteva definire un mezzo di trasporto, ma una carretta con le ruote che non so come abbia tirato sulle salite. In ogni caso sono arrivata e la notizia è che fino al 27 o 28 non ci sono mezzi che vanno alle Perhentian. Volendo qui ci sono un sacco di trekking da fare e per ora starò qui fino al 26. Magari più tardi vado anche a capire se è il 27 o 28. Perchè se fosse il 27, posso anche farci un pensiero, altrimenti poi mi rompo.
Ho visto delle cascate qui vicino, ci sono le colline del tea da vedere, che volevo vederle con l'alba, ma domani c'è nuvoloso tutto il giorno, ma non importa. Saranno ugualmente bellissime e non vedo l'ora di fare qualche foto ai raccoglitori o almeno spero si possano fare. 
Mi piace da matti questo genere di posti.
Per il resto?! Beh, c'è poco ormai da dire e lo vedo. Si vede. Credo di aver ricevuto tutte le risposte di cui avevo forse bisogno. No, non sono chiaramente felice, ma più di così non posso fare. 
Credo che comunque il senso mi perseguita e mi perseguiterà sempre. Quel velo c'è e rimane. Rimango imbambolata a pensare. La gente mi parla e non l'ascolto, nonostante le guardo negli occhi. Ma dopotutto, cosa potevo pretendere.
Sì, saranno sempre gli stessi discorsi, ma è il mio diario.
E quindi nulla. Anche la speranza è stata chiusa nel cassetto, come i sogni e le emozioni, quelle profonde, e fare come se nulla fosse ritornerà ad essere un'abitudine, già sperimentata più volte e che ormai vesto bene.